“Acqua ed Igiene nella woreda di Bitta (Etiopia)”: missione compiuta!

DSCF9614Con molto piacere comunichiamo che il progetto sostenuto da Generazione Musica, “Acqua ed Igiene nella woreda di Bitta (Etiopia)”, si è concluso con la realizzazione, sviluppo e protezione di 2 sorgenti affioranti. Il Progetto nasce dalla collaborazione tra l’associazione Acquaria onlus e CVM (Comunità Volontari per il mondo). In particolare il nostro gruppo ha organizzato in collaborazione con Acquaria lo spettacolo “A chiare note” nel dicembre 2014 i cui proventi hanno contribuito a questo progetto.

Le due sorgenti protette sono quelle di Tuga Selam e Yawra nel sud dell’Etiopia. Esse servono rispettivamente una popolazione di 299 e 181 persone (beneficiari totali 580 di cui 223 donne). La zona del Kaffa è un’area ove il problema dell’acqua sporca e delle patologie a questa connesse è particolarmente grave. Nell’arco di questo progetto si è scelto di operare specificatamente nella woreda di Bitta, una di quelle più affette da crisi idrica. Nel 2010 l’area forestale nella zona del Kaffa è stata riconosciuta dall’UNESCO come area protetta, allo scopo di proteggere l’ambiente naturale e promuoverne lo sviluppo sostenibile. Il Kaffa ha infatti un patrimonio umano, faunistico e floristico unico. Il nome “Kaffa” ci ricorda per esempio il caffè: qui cresce spontaneo nella foresta il caffè organico, la cui qualità e sapore sono ineguagliabili. Sebbene sia un’area molto verde e ricca di sorgenti affioranti, la mancanza di infrastrutture, conoscenze tecniche e risorse economiche, spinge le comunità ad abbeverarsi presso sorgenti non protette, con la conseguenza che la contaminazione atmosferica, animale e batteriologica sono responsabili della gran parte delle patologie. Se si considera che tra le prime cause di mortalità e morbidità ci sono malattie idrotrasmissibili, si comprende come, agire sul contesto di approvvigionamento sia fondamentale non soltanto per garantire il soddisfacimento di un bisogno essenziale, quello all’acqua, ma anche per migliorare la salute della popolazione locale. Esigenza tanto più forte in un contesto in cui anche l’accesso a servizi sanitari e medicinali è difficoltoso. La scelta di proteggere due sorgenti è nata da una serie di considerazioni che in generale afferiscono alla volontà di garantire sostenibilità ed ownership all’intervento. Una protezione di sorgente ha costi di funzionamento contenuti, con parti usurabili limitate e non è presente la componente energetica. L’utilizzo di una tecnologia semplice e di materiali reperibili in loco e poco costosi, rende gli interventi replicabili da parte delle comunità. Infine una captazione e protezione di sorgente consente di migliorare un contesto di approvvigionamento in cui la comunità è già inserita, riducendo al minimo i rischi connessi alla raccolta (perchè anche l’area di accesso alla sorgente è pulita e resa agibile) e l’impatto delle malattie dovute a contaminazione esterna.